Humphrey Bogart, nel film del 1952 sul potere della stampa, nella battuta finale, diventata celeberrima, diceva: “ E’ la stampa, bellezza!…”.
Parafrasiamo quella battuta riferendola ad due entità di assoluto spessore: la Morte e la Necessità. La morte, i morti per amianto, da una parte, e il destino come causa ineluttabile.
Perchè questa premessa, e cosa c’entra con un volantino sindacale? E’ presto detto: in questi giorni si è concluso il processo di appello al tribunale di Milano sulle morti dei lavoratori della ex Breda per mesotelioma. La sentenza ha visto assolti i manager che all’epoca dirigevano l’azienda e la condanna a pagare le spese legali per i lavoratori e le associazioni che hanno presentato il ricorso.
Le motivazioni della sentenza non sono ancora note, la sostanza si riassume nella non responsabilità dei dirigenti per la morte dei dipendenti.
Che tutti i deceduti fossero affetti da mesotelioma e che l’amianto sia causa di questa patologia, che questi lavoratori fossero esposti per anni all’amianto, non è stato giudicato sufficiente dai giudici per accogliere la richiesta di giustizia da parte dei lavoratori.
La loro morte quindi non è stata causata dalla condotta dei manager ma frutto del loro destino che ha voluto che lavorassero in presenza di amianto che, purtroppo, ne ha causato la malattia mortale. Una fine triste, sì, ma senza colpevoli su questa terra.
Senza voler irridere forze supreme, pensiamo però che, almeno in questo caso, non si possa loro attribuire alcun ruolo in quanto accaduto ai lavoratori, sia nel contrarre la malattia negli scorsi decenni, che oggi, nella beffa della sentenza di appello.
Sono infatti altre le ragioni della loro condizione, ben più concrete, tangibili, di questo mondo; la prima: il sistema capitalista di sfruttamento della forza lavoro e dei proletari; la seconda: la giustizia di classe borghese.
Perchè migliaia di lavoratori hanno lavorato per decenni esposti all’amianto, quando già era noto da tempo quanto il materiale fosse nocivo e deleterio per la salute? Perchè in aziende come ATM, Pirelli, Fibronit, i padroni, pubblici e privati, hanno persistito in questa condotta che, secondo i tribunali, sembra non sia criminale, ma che certamente lo è dal punto di vista etico?
La risposta non può che essere una, e una sola: per il profitto. E’ questo infatti il solo e unico scopo, la ragione d’essere, di questo sistema economico e sociale; poco o nulla importa se, quali effetti collaterali, le “risorse umane” coinvolte, si ammalano, o muoiono.
D’altro canto, perché tutte le cause sull’amianto nelle quali sono state coinvolte le società citate si sono concluse con un nulla di fatto? Perchè la cosiddetta giustizia stenta a riconoscere le ragioni dei lavoratori, dei proletari? Per una semplice ragione, perché pur essendo raffigurata alle volte come bendata, ci vede benissimo, sceglie sempre da che parte stare, e non è dalla parte di quelli che abbiamo appena detto. La dea della giustizia, se mai è esistita con la prerogativa di essere terza, imparziale, estranea ai contendenti, è certamente morta nel momento dell’affermarsi dell’ideologia borghese, da allora è giustizia di classe, e fa gli interessi della classe di riferimento.
Ma qual è il nesso tra questi ragionamenti e i postali? I nessi sono molti, e altrettanto semplici, nonostante le apparenze. L’amianto alle poste c’è in molti centri e uffici, Linate e Peschiera sono tra questi; l’amianto è un fattore di rischio per la salute tra i più elevati; la soglia limite accettabile per l’esposizione dei lavoratori è frutto di una decisione politica, non è un dato scientifico; la scienza, la tecnica, la politica, vengono modulate, dirette, dalla classe dominante per rispondere ai propri interessi; l’attività di Poste Italiane è da tempo imperniata sulla ricerca del profitto; il sistema di gestione della salute e della sicurezza delle poste fa acqua da tutte le parti; gli organi di vigilanza (ATS, ASL) applicano le norme che sono molto benevole nei confronti di Poste come di tutti i padroni.
E’ sufficiente questo per stabilire un collegamento tra gli oltre 100 morti per amianto, di cui 5 nel corso dello svolgimento dei processi, e i postali che hanno lavorato per decenni, o lavorano, al CMP e al CSI? O il fatto che, forse, nessuno sia mai morto per mesotelioma o patologie correlate all’amianto, o che l’esposizione sia nei limiti di legge, o che mamma poste dica di aver a cuore i propri dipendenti, lo esclude? Ognuno pensi come crede meglio per sé, per i propri interessi; liberi di bendarsi gli occhi, loro sì, pur di non vedere la realtà, che è spiacevole, fastidiosa, sgradevole.
Lasciamo volentieri costoro alla loro cecità volontaria, non vogliamo disturbare i loro stolidi sogni; ci rivolgiamo a chi ha occhi per vedere e orecchi per sentire; a chi non è disposto a patteggiare la salute per un piatto di lenticchie di straordinario, magari festivo e notturno; a chi ha un’apertura mentale sufficiente per porsi dei dubbi, sentire motivazioni, cercare risposte; a costoro, ai quali non chiediamo di condividere a priori la nostra analisi politica di classe, diciamo che siamo disponibili a confrontarci, a conoscere le loro opinioni, a condividere e discutere le loro eventuali obiezioni. Noi non abbiamo interessi privati da difendere, né posizioni interne all’azienda da tutelare, siamo liberi di agire secondo la nostra coscienza, per difendere, questo sì, gli interessi e i diritti di tutti i lavoratori a partire dalla salute.
Lo facciamo e lo faremo come sempre impegnando tutte le nostre forze, su tutti i fronti, da quelli istituzionali a quelli propriamente di lotta. Battete un colpo se ci siete, noi risponderemo.