Viviamo in tempi difficili e inediti, il mondo intero è coinvolto da una pandemia, allo stato delle cose, inarrestabile. Dal paese più povero al più potente, ovunque ci si ammala di covid e, a volte, si muore. L’Italia non fa eccezione. Uscita con il pesante bilancio di vittime dalla prima ondata di primavera, deve fare i conti con la seconda e, stando a quanto sta accadendo, la prospettiva non lascia ben sperare.
Autorità sanitarie, politiche, e media compiacenti, hanno fatto passare la tesi che la causa sostanziale di queste decine di migliaia di decessi sia stata la loro fragilità, la loro condizione di “vecchi”, quasi sempre, ma non tutti, già malati, e che il covid non sia stato in fondo che il colpo finale.
In realtà la causa di questi morti è da ricercare nelle pieghe di un sistema sanitario svilito, martoriato dalla speculazione, centrato sul business, e decisamente iniquo.
Per i lavoratori, tutti, compresi i postali, si tratterà di fare i conti, oltre che col rischio comune connesso alla condizione di esseri umani sociali, con relazioni interpersonali, con necessità di interazione, mobilità, ecc, anche con i rischi legati alla loro attività lavorativa. In poste, nonostante quanto hanno sostenuto azienda e sindacati negli scorsi mesi, con dei rischi specifici non indifferenti.
Difendersi in ambito lavorativo, contrastando decisioni e scelte inaccettabili da parte di Poste e sindacati, sarà indispensabile. Si vedrà quando, e se, si presenteranno quelle condizioni. Già oggi, in ogni caso, l’allerta è d’obbligo, l’esigenza di tutelarsi non è mai venuta meno, secondo il principio che a nessuno può interessare realmente la salute dei lavoratori - né ai datori di lavoro, né alle loro associazioni (vedi Confindustria), né ai sindacati, impastati nella melma delle loro relazioni interessate col padronato - perché tutti loro oggettivamente hanno altre priorità (leggi profitti) e la salute dei lavoratori non rientra tra queste. Il controllo su questo terreno deve vederci coinvolti tutti anche col ricorso al conflitto diretto (denunce, scioperi, ecc). Ma i rischi per la salute non si fermano qui.